Che progetto artistico avete portato al BOOM festival?
VS
In realtà erano due progetti, il primo sarebbe uno spettacolo musico-teatrale incentrato sui caroselli anni ‘70, quindi sulla televendita – che prima veniva fatta in maniera completamente diversa.
VV
È un recitar cantando: sono canzoni, sono sketch teatrali, una via di mezzo tra un concerto e una performance teatrale. Sta diventando un progetto sulla pubblicità e sulla doppia valenza della pubblicità. Non volevamo fermarci sugli anni ’70, cercheremo di arrivare fino ad oggi con qualche insert moderno: il gioco sarà appunto il confronto tra quello che succedeva in passato e quello che succede oggi nel mondo della vendita. Negli anni ’90 c’era una grande cultura della televendita, c’erano i big: Vanna Marchi, Il Baffo, Sergio Baracco.
VS
Nello spettacolo vorremmo inserire anche la vendita porta-a-porta, con l’enciclopedia I Quindici che negli anni ’60 ne veicolava i prodotti. Sono numeri monografici, che trattano argomenti diversi: c’era un numero sulle filastrocche, uno sulle poesie, uno sulle fiabe, uno sui personaggi famosi, uno su come si fanno le cose. Lì dentro trovi un mondo di cose interessanti: illustrazioni assurde, incredibili, anche un po’ inquietanti.
Da quali oggetti è composto il vostro kit di cianfrusaglie elettroacustiche?
VS
In generale è composto da strumentini come il flauto da naso, le campanelline, le trombette e da giocattoli acustici come i cipi-cipi (giocattoli per animali, ndr). Sono tutti oggetti particolari che noi riproponiamo musicalmente insieme ai nostri strumenti.
VV
Noi siamo tutti polistrumentisti, la nostra idea è quella di scambiarci gli strumenti e non essere mai statici sul palco. Io suonerò la batteria, l’ukulele, il flauto da naso e canterò. Valeria sarà voce, violino e flauto da naso. Silvia suona il pianoforte, la batteria, la fisarmonica, canta. Poi c’è lullo che suona il contrabbasso, canta, recita. Ersilia e Gianluigi suonano i fiati, le conchiglie. Durante lo spettacolo useremo dei gadget evocativi, perché per ogni sketch avremo bisogno di qualcosa che ci aiuti ad evocare. In generale suoneremo soltanto strumenti acustici, mai elettronici.
La seconda parte del vostro progetto è un laboratorio sul theremin, uno strumento molto particolare che connota fortemente il vostro lavoro artistico. Come e quando avete scoperto questo strumento?
VS
Io l’ho visto in televisione quando avevo 11-12 anni, ne sono rimasta affascinata. A un certo punto a 18 anni l’ho comprato e ho chiamato Vincenzo. Ho fatto una lezione e l’ho continuato a suonare sempre. Vincenzo invece lo suonava da almeno 10 anni.
VV
Esatto, dal 1998. Il theremin veniva utilizzato nelle colonne sonore dei film di fantascienza e horror degli anni ’50 e ’60. Io sono appassionato di colonne sonore, quando ho scoperto cos’era, lo sono andato a cercare, l’ho provato, l’ho lasciato lì per un po’ e, poi, me lo sono ritrovato. Ho imparato a suonarlo sul palco, dal vivo, male.
Ci raccontereste un po’ come funziona il theremin e come si sarebbe svolto il laboratorio? E, soprattutto, per partecipare bisogna essere musicisti?
VV
Lo strumento genera due campi elettromagnetici tramite due antenne. Attraverso la posizione delle mani se ne gestisce: l’intensità con la sinistra, e la frequenza con la destra. Nel laboratorio ci sarebbero stati 10 theremin a disposizione dei partecipanti e, durante il laboratorio, Giorgio Necordi, studioso e costruttore di theremin, avrebbe fatto una lezione tecnico storica.
VS
Per quanto riguarda la seconda domanda, la risposta è: no, non bisogna necessariamente essere musicisti. Mi è già successo di incontrare persone che lo suonano senza aver mai fatto musica. Conosco Giulia, lei si è innamorata del theremin ma non era una musicista. Ha cominciato a suonarlo, si è comprata 20 theremin diversi e ora li suona bene. Lei poi ha iniziato a leggere la musica, ma i primi anni scriveva la musica in un modo tutto suo, mi mostrava i suoi spartiti con le frecce (al posto delle note), aveva un modo tutto suo di leggere e scrivere la musica.
CREDITI
Intervista a
Vincenzo Vasi e Valeria Sturba
a cura di
Tatanka
Immagini
Tatanka
Caroselli
Progetto a cura di
Vincenzo Vasi
Valeria Sturba
con la collaborazione di:
Ersilia Prosperi
Silvia Valtieri
Gianluigi Carlone
Luigi Mosso
Giorgio Necordi
La versione digitale
della rivista è consultabile esclusivamente da desktop e sarà online fino al 18.01.2021.
Progetto Editoriale a cura di
Tatanka www.tatankajournal.it
Il progetto è stato sviluppato durante la residenza artistica
presso la Casa della Cultura Italo Calvino nei mesi
di Novembre e Dicembre 2020
Redazione: Sara Ceradini, Francesco Fadani, Jacopo Undari
Progetto grafico: Nicolò Oriani Illustrazioni: Francesco Fadani
Fotografie: Piergiorgio Sorgetti
Programmazione web: Davide Massaro
Rivista consultabile online esclusivamente in versione desktop
fino al 18/01/2021