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calderara di reno 18.12.2020

clelia sedda

a calderara sbagliando si impara

Perché l’errore è un elemento così centrale nel tuo lavoro artistico?

Il lavoro e la ricerca, al contrario dell’inedia, sono grandi fornitori e distributori di errori e sono da ritenere fondamentali perché possono costituire, non solo un grande motore di crescita personale, ma una strada verso l’innovazione. La scoperta della penicillina da parte di Alexander Fleming fu fatta per errore; molte altre invenzioni sono nate da una combinazione tra caso, intelligenza e fortuna. Ciò detto non tutti gli errori sono costruttivi: errori comuni o banali possono creare intoppi e difficilmente sono produttivi. Gli errori di distrazione e quelli determinati dall’ignoranza, possono avere dei terribili aspetti collaterali che gravano sulla nostra esistenza e/o su quella altrui. Possono essere superati, ad esempio, attraverso la consapevolezza dei propri limiti, l’attenzione e la disciplina che ci inducano ad adottare metodi di studio, a limitare la superficialità dell’osservazione dei fenomeni e a seguire scrupolosamente delle procedure.

Come si impara a sbagliare meglio?

Se lo chiedeste ad Alberto Piancastelli vi risponderebbe “facendo meno” e non ha tutti i torti perché per sbagliare bene bisogna essere fortunati e intelligenti: ci sono delle possibilità di sbagliare meglio, per esempio, riducendo la propria autostima se si è arroganti, ascoltando e guardando qualcosa che non sia se stessi e soprattutto muovendosi con cautela e garbo, riducendo al massimo la fretta, esercitandosi, studiando, andando a fondo, interessandosi alla natura, alla storia e alla scienza per cercare di non commettere gli errori che altri, pagando, hanno già commesso e che ci regalano senza che noi dobbiamo subirne le conseguenze. Perché “errore” è il nome che noi diamo all’esperienza.

Raccontaci un celebre errore da cui sono nate nuove possibilità.

Ce ne sono molti. Ho raccontato, nell’ultimo Errorday (2 e 3 novembre 2019) dal titolo Beata ignoranza come Guglielmo Marconi, ancora studente, ricco, dilettante di elettromagnetismo e per di più autodidatta, si sia recato dal Professore Augusto Righi (famoso fisico dell’epoca) per dirgli che con le sue onde elettromagnetiche avrebbe realizzato un telefono senza fili e di come Righi, con un certo disprezzo, abbia invitato Marconi a mettersi seriamente a studiare prima di dire sciocchezze. E ho narrato pure di Poincaré (uno dei più grandi fisici dell’epoca) che era scettico anche lui e del perché di tutto questo sarcasmo, e della ionosfera, che nessuno sapeva che esistesse, di come Marconi ci avesse azzeccato per caso, dato che ignorava le ultime scoperte scientifiche – Marconi non ha mai conseguito la laurea in fisica, ma il Nobel sì! (Fonte: Emilio del Giudice). Proprio oggi che si idolatra l’innovazione e la scoperta come la panacea di tutti i mali, se Marconi dovesse chiedere dei finanziamenti per sviluppare la sua idea passando per una peer-review, la radio potremmo pure scordarcela. Così attraversiamo timorosi il labile confine che separa il mago, che crede nella magia, dal chierico, che crede nell’au- torità dei chierici e al ciarlatano che crede solo in sé stesso. E quando penseremo di avere risolto il problema, cantando le lodi del mago anarchico e ribelle contro il chierico ottuso e interessato alla gerarchia e alle lodi dei pari, ribalteremo la frittata mostrando come il mago e il ciarlatano siano impossibili da distinguersi a priori. Nel frattempo, qualcuno, sta inventando l’acqua calda.

CREDITI

Intervista a
Clelia Sedda

a cura di
Tatanka

Immagini
Francesco Fadani

A Calderara sbagliando si impara
Progetto
Clelia Sedda
a cura di:
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clelia sedda

boom magazine n.01

La versione digitale
della rivista è consultabile esclusivamente da desktop e sarà online fino al 18.01.2021.

Progetto Editoriale a cura di
Tatanka www.tatankajournal.it

Il progetto è stato sviluppato durante la residenza artistica
presso la Casa della Cultura Italo Calvino nei mesi
di Novembre e Dicembre 2020

Redazione: Sara Ceradini, Francesco Fadani, Jacopo Undari
Progetto grafico: Nicolò Oriani Illustrazioni: Francesco Fadani
Fotografie: Piergiorgio Sorgetti
Programmazione web: Davide Massaro

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